Anche quest’anno il festival di Sanremo è finito e, come ogni anno, mi ritrovo a farmi sempre la stessa domanda: che fine ha fatto la vera canzone italiana? Quella delle grandi melodie, delle parole che toccano l’anima, delle interpretazioni che rimangono nel cuore. Guardando la classifica finale, ho provato un senso di smarrimento.
Ha vinto Olly, un artista (bravo) che forse non tutti avrebbero scommesso come favorito. Con tutto il rispetto per lui e per la sua Balorda nostalgia, mi chiedo: davvero questa era la canzone migliore? Lucio Corsi, arrivato secondo, e Brunori SAS, terzo, hanno sicuramente portato brani più raffinati, più ricercati.
E Giorgia? Solo sesta con La cura per me, nonostante un’interpretazione impeccabile. Cristicchi? Premiato per la miglior composizione musicale, ma fermo al quinto posto. Si guarda più ai cantanti o alle canzoni? Negli ultimi anni, ho l’impressione che Sanremo sia diventato sempre più un gioco di nomi, di strategie di mercato. Non si vota la canzone, ma chi la canta.
Un artista che fa numeri sui social o che attira il pubblico giovanile parte già con un vantaggio. Lo stesso discorso vale per Fedez, arrivato quarto: la sua presenza fa sempre discutere e porta attenzione, ma è la sua canzone che merita quel posto? Ed all’ Eurovision Song Contest che figura faremo?
e sarà Olly a rappresentarci, abbiamo qualche speranza? Di solito l’Italia ha sempre ottenuto ottimi risultati con artisti di grande spessore (ultime partecipazioni a parte) Ma questa volta? Forse sono nostalgico, forse pretendo troppo, ma vorrei un Festival che mettesse davvero al centro la musica.
Dove il primo posto non sia determinato solo dal televoto o dalle mode del momento, ma dal cuore di una canzone. Sanremo resta sempre Sanremo, ma la vera canzone italiana dov’è finita? (di Domenico Testa)




