Stramaccioni: “Cosa penso di Chivu”
Roma Inter: Andrea Stramaccioni, doppio ex di questa sfida, ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport ha analizzato nei dettagli il match.
Andrea Stramaccioni, ex tecnico nerazzurro e oggi talent per Dazn, presenta la sfida tra Roma e Inter, una partita che per lui è “un incrocio speciale, con tanti amici in campo e fuori». Ecco la sua intervista a La Gazzetta dello Sport.”
I DUE MISTER – “Gian Piero è andato a Roma deciso a imporsi con concetti e idee consolidati nel tempo e lo sta facendo. Cristian sta implementando un sistema ereditato con idee e forza che convincono i calciatori. Entrambi possono ritenersi soddisfatti: in pochi mesi hanno già trasmesso parecchio. Ma sono solo all’inizio, hanno grandi margini”.
LA ROMA “GASPERINIANA” – “Lo è nell’altezza della linea difensiva, nell’occupazione degli spazi e in fase di possesso nel ragionare sempre “in avanti”. Mentre in fase di non possesso lo switch più evidente è l’atteggiamento mentale sulla palla persa: la reazione è spesso in riaggressione e raramente in protezione degli spazi e arretramento. Mancano ancora l’imprevedibilità e l’intensità che Gasp ama sul centrodestra dell’attacco e i gol del centravanti”.
I PORTIERI – “Svilar è stato ed è il miglior portiere della Serie A: c’è la sua firma sulla super difesa della Roma in questo 2025. Sommer ha superato il momento delicato post-Juventus, e Martinez ha dimostrato ffidabilità: può essere il portiere dell’Inter”.
COME FERMARE LAUTARO – “Ranieri ha avviato un lavoro straordinario che Gasp ha ripreso e proseguito. Per mettere in difficoltà la difesa giallorossa occorre rompere la sua forza, ovvero anticipo e copertura reciproca. La Roma soffre quando i tre centrali si isolano e perdono la loro compattezza: i gol di Simeone col Torino e di Kean a Firenze hanno tratti simili, alla punta viene dato tempo e spazio di calciare dopo che la linea si è scomposta”.
SOLIDITA’ NERAZZURRA – “Akanji ha dato il suo contributo, sì, ma Acerbi, Bastoni e Sommer hanno tutti alzato l’asticella”.
LA BATTAGLIA A CENTROCAMPO – “Koné è uno dei migliori nel suo ruolo, con lui Cristante capitalizza le sue qualità, non a caso è tornato in Nazionale. Barella va forte, Micki è in un buon momento e ha sfruttato la sosta, ma la chiave sarà la pressione riservata a Calha. Gasp di solito si “occupa” di lui in due modi: rovesciando il vertice d’attacco, con un 3-4-1-2 e un giocatore sempre sulle sue tracce, oppure disturbandolo “dal basso” con scalate aggressive di uno dei due mediani. Sono curioso di vedere stavolta, sarà una chiave della partita”.
I DUELLI SULLE FASCE – “L’out più intrigante è Dimarco-Wesley, due che pensano sempre prima ad attaccare ma in maniera differente: Dimarco con la qualità del suo sinistro e con una condizione atletica invidiabile. Dall’altra parte, la qualità di baricentro basso di Angelino contro la fisicità di Dumfries: quando l’olandese attacca il secondo palo, è dura per tutti”.