Worldtours alla BMTA di Paestum: Pompei diventa la chiave per riscrivere il turismo culturale in Campania

Con oltre 35mila visitatori nei primi sei mesi del 2025, l’azienda napoletana punta a un modello di turismo esperienziale e integrato. Un turismo capace di unire i grandi attrattori e le aree interne della regione


Alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) di Paestum, in programma dal 30 ottobre al 2 novembre, la Campania si presenta con una visione chiara: trasformare Pompei in ambasciatrice del turismo culturale sostenibile. A guidare questo percorso è Worldtours, società napoletana specializzata in mobilità turistica e visite guidate. Società che in soli sei mesi ha accompagnato oltre 35mila visitatori agli scavi archeologici vesuviani. Un numero che testimonia l’interesse crescente per l’archeoturismo e, allo stesso tempo, la necessità di ampliare l’offerta culturale verso un racconto territoriale più esteso.
«Pompei è la nostra più grande ambasciatrice – spiega Amedeo Conte. CEO di Worldtours. – Il vero salto di qualità si farà quando sapremo connettere il suo successo con le aree interne e con i siti meno conosciuti, che rappresentano l’anima autentica del nostro territorio».
All’interno della BMTA, Worldtours porterà un modello fondato sulla collaborazione tra imprese, istituzioni e operatori culturali. L’obiettivo è di di creare esperienze integrate che uniscano accoglienza, trasporti e valorizzazione dei beni archeologici, restituendo alla Campania una dimensione unitaria e moderna.

Worldtours – Turismo e identità: la Campania che si racconta oltre Pompei

L’obiettivo di Worldtours è superare la logica dei “grandi numeri” per costruire una narrazione condivisa della Campania, in cui ogni luogo diventa parte di un unico mosaico culturale. Paestum, Ercolano, Cuma, Oplontis e i borghi dell’entroterra possono diventare tappe di un itinerario diffuso, in grado di coinvolgere visitatori, comunità e imprese locali.
Alla BMTA, l’azienda presenterà proposte che integrano mobilità sostenibile, tecnologia e storytelling territoriale, offrendo esperienze che coniugano conoscenza, emozione e partecipazione. «Il turismo archeologico campano – conclude Conte – può essere un laboratorio nazionale di collaborazione pubblico-privato. Ma serve una visione comune che metta al centro il patrimonio come bene condiviso».
Da Pompei parte quindi un messaggio chiaro. Il futuro del turismo passa dalla rete, dalla qualità dell’esperienza e dalla capacità di raccontare l’identità viva dei territori.

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