Berrettini e quel gesto dopo la vittoria con Norrie che racconta tutto: l’Italia ritrova il suo campione. La Davis senza Sinner ora fa meno paura: Matteo è tornato The Hammer. Contro Norrie una vittoria di cuore e tecnica: ora sotto con De Minaur
Ritorna Berrettini. E lo fa a modo suo, come un martello. Tre ore e mezza sono servite a Matteo per riprendersi la scena e battere Cameron Norrie. Come riporta il Corriere dello Sport è stata una vittoria ricca di significati, non solo tecnici. Ad un certo punto in campo sembrava più il cuore che le gambe a spingere il nostro campione ritrovato verso la vittoria. Il fiato scarseggiava, la grinta e il carattere no.
Berrettini torna a vincere due match consecutivi
Berrettini torna a vincere due match consecutivi, non accadeva dal Master 1000 di MonteCarlo ad aprile. Riassapora il gusto dolce di un ottavo di finale e se la vedrà contro De Minaur, un avversario sulla carta difficilissimo. La vittoria di Berrettini porta in dote due aspetti più che positivi: il carattere e la forma. Vanno spesso a braccetto ma non sono per forza collegati. Oggi ci sono stati momenti (soprattutto nel primo set) dove Matteo sembrava sul punto di cedere. E invece non l’ha mai fatto. Non ha mai mollato un centimetro. Ha ritrovato la voglia di combattere e di giocare a tennis. Ed è una bellissima notizia perché (magari qualcuno se l’è dimenticato) ma Matteo è un campione. E ritrovare il nostro campione in ottima forma a Bologna per la Davis orfana di Sinner potrebbe fare tutta la differenza del mondo.
A Vienna è andata in scena una lotta senza quartiere
A Vienna è andata in scena una lotta senza quartiere sul campo centrale dell’Erste Bank Open. Berrettini, sotto 1-3 nel primo set, è stato in grado di annullare quattro palle del doppio break: da lì ha ritrovato i colpi e lo spirito indomito che gli ha permesso di raddrizzare tutto fino alla vittoria all’epico tie-break portato a casa per 8-6. Nel secondo set (vinto dall’inglese sempre al tie-break) ha sprecato un match point ma anche lì la testa non l’ha mai abbandonato. Il 29enne romano ha chiuso il discorso nel terzo set grazie ad un break preso sul 4-4, nel momento più delicato della partita. E lì si è capito tutto: su Berrettini l’Italia può e deve fare ancora il massimo dell’affidamento. Lo avete visto alla fine come ha esultato, piegandosi sulle ginocchia, quasi sull’orlo della commozione? Matteo è anche questo: è testa, cuore, potenza. Inscalfibile, come un martello.