Puzone: La famosa partita di beneficenza ad Acerra è l’esempio perfetto
Puzone: “Fuori dal campo Maradona è sempre stato un gentiluomo, la famosa partita di Acerra ne è l’esempio, se oggi io sono qui è anche grazie a lui, non mi ha abbandonato da lassù”
Pietro Puzone, ex attaccante del Napoli, compagno di squadra e amico di Diego Armando Maradona, ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:
“Sono cresciuto nelle giovanili azzurre, ero un’ala destra promettente. Ho debuttato nel 1982 contro il Cesena. Due anni dopo è arrivato Maradona, mi chiamava affettuosamente Pedro. In campo era un genio, lo abbiamo visto tutti. Fuori invece è sempre stato un gentiluomo. La famosa partita di beneficenza ad Acerra è l’esempio perfetto”.
Fu Puzone ad organizzarla
“Sono nato e cresciuto in città. Conoscevo la famiglia Quarto, il piccolo soffriva di una malformazione al labbro che rischiava di aggravarsi. Per l’intervento chirurgico avevano bisogno di 64 milioni di lire. Era il 18 marzo 1985, il giorno prima avevamo giocato con l’Atalanta: 1-0, gol di Bertoni su assist di Maradona. Diluviava, l’arbitro era un vigile urbano. Ferlaino si infuriò per quella decisione. Non raggiungemmo la cifra prevista con l’incasso dei biglietti, Diego staccò un assegno per pagare la restante parte”.
In quella partita nel fango Maradona segnò due gol stupendi
“Mi consegnò pure la fascia da capitano. C’è un video che gira ancora sui social: Diego dribbla tutti e arriva con il pallone fino in porta. Come il gol del secolo realizzato contro l’Inghilterra al Mondiale in Messico due anni dopo. Ad Acerra riuscì pure a trovare la rete con la mano, ma in quell’occasione l’arbitro se ne accorse e annullò”.
Puzone era tra gli invitati del matrimonio di Maradona e Claudia Villafane in Argentina.
“Organizzarono un aereo per gli amici da Napoli. Con Maradona sono stato pure a Las Vegas, facemmo scalo a New York. Durante il controllo passaporti si accorsero che quello di Diego era scaduto. Non volevano farci passare. Intervenne il suo primo manager Jorge Cyterszpiler: chiamò addirittura un membro dello staff di Ronald Reagan, in quel periodo presidente degli Stati Uniti. Certe cose potevano succedere soltanto insieme a Maradona…”.
Una situazione difficile e l’aiuto di Diego
“Le dipendenze mi hanno trascinato in un baratro profondo.(…) Ero diventato un clochard. Mi sono trascurato, non davo importanza più a nulla (…) Ne sono uscito grazie all’amore e al sostegno di chi mi è sempre stato vicino: la famiglia, gli amici, i miei ex compagni di squadra. E Diego. Anche se negli ultimi anni ci siamo visti e sentiti meno. Prima di lasciarci però mi ha detto una frase cui ripenso ogni momento: ‘Pietro, devi salvarti’. Se adesso sono qui è anche grazie a lui. Da lassù, non mi hai abbandonato”.
Conclude Puzone



