Ieri il Napoli, semmai ci fosse stato bisogno, ha dimostrato di aver intrapreso la giusta strada, una strada fatta di chiarezza tattica, le giuste motivazioni, bel gioco e finalmente una condizione atletica a dir poco straripante. Antonio Conte dà una lezione di gioco a uno Spalletti confuso, che ancora non ha preso le redini della sua squadra in mano. In particolare, il Napoli è sembrato più vivo, più determinato, con più qualità sia sulle fasce che in difesa nonostante le tante assenze che caratterizzavano entrambe le rose.
La partita…
La partita di ieri sera — Napoli-Juventus — è stata molto più di un match: è stato un crocevia. Il risultato: 2-1 per il Napoli, con doppietta di Rasmus Højlund. Gol al 7′ e al 78′. In mezzo, la reazione di una Juve comunque viva, con il temporaneo pari di Kenan Yildiz al 59′.
Dove l’ha vinta il Napoli…
Il Napoli ieri ha vinto perché ha saputo imporre le proprie idee di gioco ad una Juventus arrivata in città con tanta confusione e tanta presunzione, senza idee chiare, senza un gruppo in grado di unirsi al momento del bisogno. Uno Spalletti evidentemente ancora non inserito nel mondo Juve, è arrivato in uno stadio una volta Amico, evidentemente troppo timoroso e preoccupato a giocare sull’avversario invece di ricercare un’identità propria e originale. Soprattutto il primo tempo, giocando senza una punta vera e propria, nel tentativo di avere una parola in più sulle doppie palle e nel palleggio al centrocampo, e invece lasciato iniziativa, gioco, la partita in mano a Napoli che ormai gioca a memoria, un Napoli che coniuga perfettamente le due fasi di gioco, un Napoli che oggi ha un Neres che fa la differenza e che è una spanna sopra tutti gli altri.
Perché è importante il successo del Napoli…
Ieri sera, il Napoli mi ha ricordato cosa significhi “essere Napoli”: non solo talento, non solo tattica, ma anche e soprattutto carattere. La squadra non ha vinto perché “bisognava”, ma perché ha voluto e ha saputo imporre ritmo, intensità, determinazione. Højlund ha fatto il centravanti quando serviva un solido punto di riferimento, ma tutta la squadra ha contribuito: dai terzini, al centrocampo, fino al portiere. E poi: in un momento in cui il campionato appare più equilibrato che mai, vincere una partita così — contro una rivale storica come la Juve — può dare fiducia, spinta, convinzione.
Al di là dello scudetto…
Non è detto che a fine stagione il Napoli conquisti il titolo, ma se gioca con questa mentalità, con questa fame, nessuno potrà più considerarlo “solo in corsa”. Ciò che interesse ai tifosi del Napoli e vedere una squadra che dà tutto in campo, che reagisce alle avversità, che fa fronte comune, una squadra insomma che rispecchi quelle che sono le qualità più importanti di un’intera città che tifa, che vive della sua squadra. Infine: è bello pensare che non è solo “una vittoria di oggi”. È un segnale per tutti: tifosi, città, squadra. Un messaggio che dice: “Siamo ancora qui. E non molleremo”.
L’orgoglio di una città…
Su quel palcoscenico quotidiano, la squadra azzurra non è solo calcio: è orgoglio, è legame con la gente, è voglia di riscatto. Quando il Napoli gioca, non rappresenta solo i giocatori che vanno in campo. Il Napoli rappresenta un’intera città che ha voglia di affermarsi non solo a livello nazionale. Ma melodia unica è la resilienza tipica di un popolo oggi più che mai trova come Guida Antonio Conte che ha contagiato con il suo spirito tutto l’ambiente. Oggi il Napoli non è solo competitivo, è completo, maturo e convinto di lasciare il segno.



