Il referendum del 8 e 9 giugno, promosso dalla Cgil, offre un’opportunità unica per apportare cambiamenti significativi che potrebbero migliorare la vita di milioni di persone. Ci sono cinque quesiti in ballo, ciascuno mirato a correggere norme ritenute dannose per i lavoratori e per il mercato.
1. Licenziamenti senza giusta causa: Attualmente, i lavoratori assunti in aziende con più di 15 dipendenti possono essere licenziati anche senza motivazioni valide, con la possibilità di ricevere solo un indennizzo senza reintegro. Il primo quesito chiede di abrogare questa legge, restituendo ai giudici il potere di stabilire condizioni di licenziamento più giuste e deterrenti.
2. Indennizzi limitati: Per le piccole imprese, esiste una norma che fissa un tetto di sei mesi di stipendio come indennizzo per i lavoratori ingiustamente licenziati. Il secondo quesito mira a dare ai giudici la facoltà di decidere l’importo dell’indennizzo in base alle circostanze specifiche del caso.
3. Precariato: Il terzo quesito affronta la questione dei lavoratori precari, chiedendo di reintrodurre requisiti che limitino l’uso di contratti precari senza una giustificazione valida e senza rispettare i contratti collettivi.
4. Sicurezza sul lavoro: Il quarto quesito modifica le norme sulla sicurezza, rendendo obbligatori controlli e ispezioni in azienda per prevenire incidenti sul lavoro, dato che in Italia muoiono tre persone ogni giorno a causa di incidenti sul lavoro.
5. Cittadinanza per i residenti stranieri: Il quinto quesito propone di ridurre il periodo necessario per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni per gli stranieri residenti legalmente, coinvolgendo circa 2,5 milioni di persone. Questo cambiamento non solo è visto come un atto di dignità, ma potrebbe anche portare una nuova vitalità e competenze al mercato del lavoro.
La Cgil lancia un appello a partecipare attivamente al voto, sottolineando che la democrazia e i diritti dei lavoratori possono essere rafforzati attraverso queste modifiche. Il motto della campagna è “Il voto è la nostra rivolta”, enfatizzando l’importanza di non sprecare questa opportunità di cambiamento.
