Recensione – “Qualcosa è andato storto”, Carlo Buccirosso a teatro incide la maschera del perbenismo familiare

Carlo Buccirosso inaugura la stagione del Teatro Italia di Acerra con il nuovo spettacolo “Qualcosa è andato storto”, da lui scritto, interpretato e diretto. L’artista da vero Maestro qual è, regala al pubblico due atti profondi, tinteggiati da colori, sentimenti, pensieri che appartengono al vissuto di tutti noi. Con spirito e approfondimento spalanca il sipario sulla vulnerabilità umana, emersa dal tessuto primordiale ed intimo di ciascuno: la famiglia.

In scena c’è un salotto che sa di eredità e bugie, un tavolo apparecchiato di sorrisi incrinati, dove ogni parola pesa più di un testamento. Buccirosso ci invita ad entrare e sederci, non da spettatori, ma da complici, nella grande commedia del sangue e del denaro. In questa famiglia che si sbriciola con garbo, ogni gesto nasconde un calcolo, ogni carezza un conto aperto. Eppure, tra una menzogna e una risata, spunta l’umano, fragile, vero, disarmato, quello che resta quando l’eredità si dissolve e rimane solo il bisogno d’amore.

L’artista, drammaturgo e regista, tesse la trama come un sarto d’anime: cuce l’ironia al dolore, il grottesco al quotidiano, il riso all’amarezza che punge ma non ferisce. Le battute affilate nella costruzione scenica, fanno ridere mentre scavano. Sono scalpelli che incidono la maschera del perbenismo. Alla fine, “qualcosa” è davvero andato storto, ma forse doveva. Perché solo dallo storto nasce il vero, solo dal disordine dei legami può germogliare la tenerezza. E lo spettatore, uscendo dal teatro, porta con sé un sorriso pensieroso, e la consapevolezza che, in fondo, ridere della famiglia è il modo più onesto per continuare ad amarla.

Buccirosso interpreta un avvocato, un figlio, un fratello ed uno zio, che si trova a dover affrontare la famiglia nell’80esimo compleanno della madre. I rapporti stridono nella gestione del legame materno. Nascondono la ricerca del vero amore, della cura che in fondo ciascuno vorrebbe per sè e desidererebbe donare nella pura essenza del legame familiare; solo che non è più abituato a farlo, che non desidera farlo, dal momento che fonda tutto sul proprio ego e sull’interesse futuro.

Con una compagnia che è complice in ogni aderenza all’eccellenza della scrittura e della regia del testo, il regista riesce ancora una volta a fare la differenza in scena, dimostrando che il buon teatro si costruisce non solo con l’esperienza e la bravura di un attore, ma con le idee, con la ricerca introspettiva e soprattutto con un testo che sa farsi strumento per lo spettatore. In un momento in cui il qualunquismo la fa da padrone, uscire da uno spettacolo completamente appagati, è una gran fortuna, ma soprattutto un grande regalo.

Carlo Buccirosso con la sua compagnia formata da Elvira Zingone, Peppe Miale, Fiorella Zullo, Stefania Aluzzi, Matteo Tugnoli, Fabrizio Miano e una eccellente Tilde Spirito, offre uno spaccato che ancora una volta ci ha intelligentemente conquistato con il perfezionismo di tutte le maestranze teatrali in esso coinvolte. “Qualcosa è andato storto” è un testo che nel suo concepimento mostra grande rispetto per le esigenze del pubblico che desidera sì ridere, ma vuole anche tornare a casa un po’ cambiato: nella misura dei sentimenti, nelle sensazioni che lo portano a discutere sulla vita coi suoi sistemi, in cui ciascuno deve calarsi coi propri panni, specchiandosi, elevandosi, e perchè no, anche migliorando.

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Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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