













Amedeo Minghi poeta senza tempo al Teatro Acacia di Napoli. L’artista romano ha regalato nella serata del 10 dicembre 2025, un percorso emozionale e raffinato al pubblico napoletano rimasto in meraviglia estatica per la durata di un intero concerto. Alla vigilia dei 60 anni di carriera, Minghi ha ripercorso in musica le tappe più importanti della sua lunga e ricca storia in note, condividendo con la platea partenopea i suoi successi più grandi.
La serata canora, con una magnifica orchestra dal vivo, è iniziata intonando una carrellata di brani più contemporanei del cantautore. Da qui l’omaggio alla produzione degli anni Settanta con testi epocali come “1950”, “L’Immenso” e “La Vita Mia”, che hanno subito conquistato il pubblico con la loro melodia e la loro poesia. Minghi ha poi sorpreso il pubblico con un fuori programma su richiesta: la canzone in napoletano da lui interpretata, “Rosa”, che ha fatto letteralmente vibrare le corde del cuore dei presenti.
Il momento più intenso della serata è arrivato quando l’artista ha omaggiato Jimmy Fontana con “Il Mondo” e Luigi Tenco con “Lontano Lontano”. La sua voce, intensa e solenne, ha reso omaggio a grandi nomi della musica italiana, creando un’atmosfera di grande emozione. I coristi, Rosy Messina e Giordano Spadafora, sono stati spettacolo nello spettacolo, con le loro voci angeliche che hanno accompagnato Minghi in un viaggio musicale profondo e suggestivo.
Amedeo Minghi con una performance sussurrata, delicata e significativa, si è confermato cantore poetico della grazia espressiva, capace di trasmettere emozioni sincere attraverso la sua musica. La sua presenza sul palco è stata elegante e raccolta; il suo dialogo con il pubblico è risultato intimo e coinvolgente.
La serata concepita come un incontro tra l’artista e la sua gente, un momento di condivisione e di emozione che resterà nel cuore di chi ha avuto la fortuna di essere presente, ha trovato nel Teatro Acacia di Napoli il luogo ideale per questo evento, intriso di una atmosfera romantica e sopraffina che ha accompagnato la musica di Minghi. Essa, immensamente prolifica, ha condizionato implicitamente la lunga produzione del cantautorato romano incentrato sullo stornello a cui l’artista si è avvicinato negli anni Settanta.
La melodia ricercata dei testi di Minghi in una notte di note da cui era difficile staccarsi, ha fatto breccia nell’ascoltatore che ogni volta, ascoltando un testo dell’artista romano, si scopre più colto nella percezione dei sentimenti. Il metro canoro di Minghi è infatti intriso di richiami a madrigali complessi e mai banali. Amore, filosofia e canti con ritmi delle terre del Nord caratterizzano la produzione musicale di un artista che ha calcato per ben 8 volte il palco sanremese e che dopo 30 album, si prepara ad uscire nel 2026 con un nuovo lavoro discografico dedicato ai sentimenti, inseguendo – come dichiarato a Napoli – il proposito di continuare a cantare con, per e d’amore.
Foto di Arturo Favella



