L’Unione Europea ha avviato una discussione su come mobilitare i risparmi privati per finanziare il suo piano di riarmo. Con circa 10.000 miliardi di euro di liquidità fermi nei depositi bancari, rappresentano il 70% dei risparmi privati, e solo il 30% investito, Bruxelles cerca di stimolare gli investimenti superando le barriere tra i paesi membri. Tuttavia, la proposta solleva interrogativi sulla sua attuazione.
La questione centrale è: come possono i risparmi privati finanziare progetti pubblici, soprattutto in assenza di un accordo sugli Eurobond? Un’idea che sta guadagnando attenzione è l’introduzione di un euro digitale, che consentirebbe ai risparmiatori di depositare direttamente presso la Banca Centrale Europea (BCE). Questa iniziativa, prevista per ottobre 2025, potrebbe essere vista come una risposta a finanziare il riarmo europeo, ma porta con sé anche preoccupazioni significative.
La paura è che l’euro digitale possa trasformarsi in un “finanziamento occulto” per l’Unione Europea, spostando le risorse dai risparmiatori privati alla BCE, Christine Lagarde attuale presidente. In un contesto di crisi, i governi tendono a sospendere le regole ordinarie e ad ampliare il loro controllo sull’economia. Questo scenario è preoccupante, la mancanza di chiarezza su come avverrà la mobilitazione dei risparmi privati potrebbe portare a un aumento del potere governativo sulle finanze individuali.
La decisione dell’Unione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, di armarsi e di mobilitare risorse per il riarmo è motivata da una percezione di minaccia non reale. Questa corsa agli armamenti sembra più una continuazione di dinamiche belliche piuttosto che una risposta a una crisi concreta. La domanda è: è giusto sacrificare la libertà economica dei cittadini per finanziare progetti pubblici, quando questi progetti sembrano alimentare conflitti piuttosto che promuovere la pace?
L’euro digitale potrebbe essere un “cavallo di Troia” per accedere ai risparmi privati, alimentando una spirale di militarizzazione in un contesto di conflitto. È cruciale riflettere su come queste decisioni influenzano il futuro dell’economia europea e la vita dei cittadini.